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  • Grytzko Mascioni italico

    Sergej Roić, Katarina Dalmatin
    (2022)
    Il volume, per certi versi un seguito aggiornato della monografia di Castoldi, è diviso in due parti. Lo scrittore e giornalista Sergej Roić ripercorre la vicenda umana e intellettuale di Mascioni tra il 1992 e il 1996, soffermandosi sul suo lavoro di mediatore della lingua e della cultura italiana in Croazia, in qualità di direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Zagabria; Katarina Dalmatin, italianista e docente all’Università di Spalato, ne indaga l’opera narrativa di argomento croato, approfondendo la nozione di “spaesamento” e la relativa costruzione di una “patria immaginaria”. Completano il libro la prefazione di Verio Pini, presidente del gruppo di studio e di informazione Coscienza Svizzera, che ha promosso la pubblicazione, e l’appendice di Daniele Cuffaro, responsabile, tra gli altri, del Fondo Grytzko Mascioni presso l’Archivio Svizzero di Letteratura a Berna.
  • Silenzio

    Grytzko Mascioni
    (2013)
    Piccola e preziosa edizione d’arte pubblicata in 99 copie in occasione del decimo anniversario della scomparsa dell’Autore, a cura degli «amici di Grytzko Mascioni». Fa parte della celebre collezione (n. 8982) dell’editore Alberto Casiraghi, stampata a mano con caratteri mobili su carta pregiata. Il testo riproduce due versi della poesia Frasi di fumo (1990), dalla raccolta La vanità di scrivere: «È fatto di silenzio / il meglio che ci tocca. / Da non dire». Lo accompagna il facsimile di un disegno a penna dello stesso Mascioni, firmato e datato “Teglio, 12 agosto 2003”, che ritrae la pineta tellina e la Torre “de li beli miri”, sullo sfondo delle montagne orobiche. Il luogo e la data sono quelli dell’ultima uscita pubblica dell’autore, protagonista con Ernesto Ferrero di un dialogo letterario e in senso lato esistenziale presso la Sala Tellina Vallis dell’Hotel Combolo.
  • Teglio di Valtellina

    Grytzko Mascioni
    (2020)
    Il singolare ed elegante opuscolo viene commissionato all’autore nel 1960 allo scopo di divulgare le attrattive artistiche, naturali e umane del circondario tellino, in occasione dell’apertura degli impianti sciistici di Prato Valentino. Come scrive Ernesto Ferrero nell’introduzione alla ristampa anastatica del libro, «con la sua scrittura elegante, che certo non sembra quella di un ventenne, Grytzko evoca per chi non le conosce le bellezze di un ambiente naturale, ma anche la gente di Teglio». Alla presentazione originaria dello scrittore e magistrato Paride Rombi, si affiancano, nella seconda edizione, la citata introduzione di Ferrero e una nota biobibliografica di Simone Zecca. Completano il volumetto suggestive fotografie d’epoca in bianco e nero e a colori e un disegno del pittore milanese, ma tellino d’adozione, Osvaldo Carrara.
  • Dopo un ricordo di Mascioni da parte di Ernesto Ferrero e l’introduzione di Cristina Pedrana, si presenta la lettura commentata degli alunni di tre classi del Liceo Scientifico Donegani di Sondrio delle poesie raccolte in Angstbar, forse il suo libro più complesso. La lettura, l’analisi e il commento hanno richiesto un notevole impegno, che è stato affrontato dagli studenti con consapevolezza e col desiderio di comprendere il più possibile, attraverso il linguaggio scintillante e desueto, il senso profondo dei versi mascioniani, scritti nel momento finale della sua vita: tempo di bilanci e di presa di coscienza di una realtà ineludibile. I ragazzi sono riusciti a cogliere lo spessore umano e culturale e, insieme, la forza della sua poesia: un autore contemporaneo che “valeva la pena di conoscere” e la cui vita certamente “non è stata invano”.
  • È un'antologia di testi di quattro poeti (Giorgio Luzzi, Remo Fasani, Gilberto Isella e Raffaele Crovi) e un prosatore (Mladen Machiedo), affiancata dalla riproduzione di opere di diciassette artisti visivi (Marilena Garavatti, Elio Pelizzatti, Valerio Righini, Giuseppe Zecca, Paolo Pola, Agostino Bonalumi, Eugenio Carmi, Enrico Della Torre, Marialuisa de Romans, Lydia Silvestri, Nag Arnoldi, Pierre Casè, Gianni Realini, Ivo Soldini, Josip Biffel, Luko Paljetak, Zdenka Pozaić), articolata in cinque capitoli che corrispondono alle cinque «aree storico-culturali e sovranazionali ben distinte all'interno delle quali l'esistenza e la molteplice forma delle attività dell'amico [Grytzko] hanno trovato ospitalità»: Valtellina, Grigioni Italiano, Milano, Ticino, Croazia. L'iniziativa è della Pro Grigioni Italiano Valposchiavo e dell'Associazione Grytzko Mascioni, a cura di Francesco Zanetti e Valerio Righini.
  • Prima pubblicazione dell'Associazione Grytzko Mascioni, è una cronaca fedele della serata del 12 agosto 2003, condotta da Michele Gusmeroli, in cui gli "scrittori a confronto" sono Grytzko Mascioni ed Ernesto Ferrero. Con parole dense e chiarificatrici, davanti a un pubblico interessatissimo, i due autori danno conto del loro poliedrico lavoro e delle rispettive esperienze culturali ed esistenziali. Notevoli nel volumetto sono anche l'intervista a Mascioni curata da Gerardo Monizza e il sentito e compiuto ricordo scritto dall'amico Ernesto. Ricco e coinvolgente l'apparato iconografico.
  • Per un’idea della Rezia. Poesie delle terre d’origine

    Ennio Emanuele Galanga e Anna Galanga (a cura di)
    (2013)
    È un'antologia di ventiquattro poesie, la prima delle quali introduce alla raccolta e suggerisce il titolo della silloge. I testi, scelti con il consenso del Poeta, sono legati alle «terre d'origine», Valtellina e Valposchiavo, e coprono un quarantennio della vita e dell'attività lirica di Mascioni. Le tematiche prevalenti – come è scritto nella presentazione da Ennio E. Galanga – sono tre, «talvolta intrecciate: la terra, il tempo, gli affetti .. e tuttavia ogni pagina della personale geografia e della storia soggettiva è narrata e interpretata dai sentimenti, dall'esprit de finesse che sente la verità interiore dei fatti della vita». Vero valore aggiunto è il ricco apparato delle interpretazioni pittoriche di Anna Galanga, autrice anche di alcuni dipinti direttamente ispirati ai testi di Gritzko. Il libro è stato stampato nel decennale della morte di Mascioni grazie al contributo del Comune di Villa di Tirano.
  • Quasi tutto il numero è dedicato a Mascioni, dall'editoriale di Jean-Jacques Marchand ai sette saggi scritti da vari autori, per finire con la pubblicazione di due testi inediti, di dieci disegni e di quattro dediche da parte di Renato Guttuso, Hans Richter, Dino Buzzati e Miguel Angel Asturias. Tra gli autori dei saggi Gilberto Isella, in Luci oblique per Grytzko Mascioni, esamina alcuni testi sia in poesia che in prosa; Giorgio Luzzi ricorda con affetto e gratitudine l'amico, visto come un fratello maggiore; Ernesto Ferrero riconosce nella sua figura di poeta di frontiera il talento di un “costruttore di ponti” tra culture diverse, capace di unire esperienze variegate; Simone Zecca descrive la Sicilia di Mascioni, isola che lo ha affascinato a partire dagli anni Sessanta, dalla messa in scena dell'Orestiade a Siracusa alla stesura di Selinunte, racconto a puntate pubblicato nel 2001 sul ticinese “Giornale del Popolo”; Carlo Carena analizza brevemente i testi “greci” di Mascioni; Cristina Pedrana ricorda l'esperienza in Croazia durante la guerra degli anni Novanta, descritta in alcuni articoli per il giornale “Avvenire” e in altri testi in cui spiccano l'orrore per una guerra ingiusta, l'indignazione per l'indifferenza dei paesi europei e il riconoscimento della peculiarità della cultura croata; infine Bruno Ciapponi Landi ricorda la costituzione dell'Associazione Grytzko Mascioni e riporta un'intervista a padre Camillo De Piaz, amico di vecchia data di Mascioni.
  • La prima parte del fascicolo è dedicata a Mascioni e presenta l'ultima poesia, E tu polena, scritta il 20 agosto 2003 e pubblicata nell'antologia Collina d'oro, a cura di Antonio Ria. Nella sezione Primo piano vi sono i ricordi commossi di Massimo Lardi, Franca Tiberto e Vincenzo Todisco; seguono un commento di Gian Paolo Giudicetti a La vanità di scrivere e alcune note su Angstbar di Franca Tiberto. Infine è riportata un'intervista a cura di Simone Zecca a Marco Blaser, amico e collega di Mascioni fin dall'inaugurazione della Televisione della Svizzera Italiana a Lugano nel 1961. In essa si ripercorre l'intensa e innovativa attività dell'autore, che ha lavorato alla TSI con ruoli sempre più impegnativi per molti anni.
  • Grytzko Mascioni – Gran Premio svizzero Schiller 2000

    Manuela Camponovo e Franca Tiberto (a cura di)
    (2000)
    Il raffinato “volume-cofanetto”, di grande formato (cm 30,5 x 31), contiene un opuscolo e dodici cartellette. L'opuscolo (53 pp.) illustra l'attività della Fondazione Schiller, chiarisce le motivazioni del conferimento del premio, riporta significativi contributi sull'opera mascioniana, ad opera di Jean-Jacques Marchand e Gina Lagorio, e le parole di ringraziamento del premiato. Le cartellette ricordano il percorso letterario di Mascioni proponendo ciascuna, in copertina, un suo disegno, e all'interno uno o più fogli sciolti con versi e brani di prosa, spesso ispirati alle terre d'origine, poiché – lo ricorda l'autore citando Pablo Picasso – «on est toujours de son pays».
  • È la stessa prefazione di Castoldi a sintetizzare il contenuto del notevolissimo studio: «Dopo la descrizione di una cronologia essenziale della vita e delle opere [di Mascioni], vengono qui presentati i suoi scritti maggiori e minori, divisi in cinque sezioni: 1. Poesia; 2. "Una spenta idea di romanzo": Carta d'autunno; 3. Una biografia creativa: Saffo; 4. I primi anni '80 e l'ipotesi drammaturgica; 5. Il mito di una Grecia arcaica. Dal saggio al romanzo-saggio: Lo specchio greco e La notte di Apollo; alle quali segue un'appendice dal titolo "Pagine autobiografiche"». Non mancano, capitolo per capitolo, spunti critici volti a individuare le «tematiche fondamentali» dell'opera mascioniana fino al 1990: la poesia, lo spaesamento, il dubbio sistematico, l'ansia di libertà, l'amore, il mito della Grecia pre-classica col suo più importante insegnamento: «Conosci te stesso».
  • L'amore, il viaggio, il confine eletto a emblema identitario e metafora dell'“altrove”: sono solo alcuni dei temi con i quali si è confrontata la poesia di Grytzko Mascioni, qui raccolta nella sua interezza, dalle precoci prove adolescenziali in ambito lombardo-retico fino alla maturità nomade, spesa instancabilmente tra Svizzera, Grecia, Croazia e Francia. La lirica di Mascioni rappresenta la narrazione di un itinerario esistenziale, una sorta di mitologia privata che si esplica attraverso una concezione classica del fare poetico, animato da uno stato di grazia autenticamente mozartiano. Introdotta e curata da Simone Zecca, l'opera è arricchita da una testimonianza introduttiva di Andrea Zanzotto.

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