Pubblicazioni di Grytzko Mascioni

  • Puck

    (1996)
    Il titolo del romanzo – il protagonista Puck è un alter ego di Mascioni – deriva dalla figura ingannatrice del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare: non tanto un maligno spirito, quanto piuttosto un vagabondo acrobata della vita. Si tratta di un romanzo in cui gli elementi autobiografici dell'autore sono spietatamente narrati in un bilancio sincero e intricato del personaggio che si sente avviato alla fine della sua vita. Molto presente è il tema della malattia, collegato a quello della morte, che accompagna tutta la narrazione; quasi sconcertante per la sua attualità è la presenza di un virus misterioso – «il mostro: microscopico figlio di connubi indicibili» – di impossibile cura che modifica radicalmente la vita del protagonista. Nella perenne ricerca e nello scavo interiore anche le figure femminili sono «ombre appena intraviste nello specchio in cui perpetuamente mi cercavo». Ma il romanzo, più che resoconto di vicende personali, vuole essere un complesso bilancio collettivo sulla vita di tutto il secolo XX che andava chiudendosi. Aspetti artistici, letterari, sociali, politici, sentimentali, di costume, si intrecciano in rapidi flash di incontri, ricordi, speranze, episodi precisi, sogni sfumati, confessioni e giustificazioni avvolti in un variegato turbinio che vuole essere lo specchio di un secolo contraddittorio e terribile, colpevole di aver portato allo spaesamento gli spiriti più sensibili e partecipi. Al volume è stato assegnato il Premio Selezione Napoli.
  • Penalizzato da un'edizione, per quanto nitida, di nicchia, e da una distribuzione limitata, il libro rappresenta viceversa uno dei punti più alti dell'intero percorso mascioniano: «raccoglie una ricca messe di inediti (avvii di romanzi, pagine sparse, progetti, abbozzi, note), tutti o quasi prodotti al servizio di “libri mai nati”» (dalle note di copertina). La riflessione metaletteraria sul senso del proprio lavoro, sincera ai limiti della spietatezza, si accompagna al recupero di pagine sorprendenti per qualità e varietà di temi, di stili e di luoghi, dalla Rezia della lontana infanzia alla tarda maturità trascorsa nelle tormentate terre croate. La breve nota introduttiva è firmata da Giuseppe Pontiggia.
  • La plaquette accoglie 13 poesie inedite, composte tra il 1992 e il 1994, e tre già pubblicate in precedenza ma rientranti nel medesimo nucleo tematico: la dolorosa esperienza, vissuta in prima persona, del terribile conflitto armato nella ex Jugoslavia. «Missive dirette a non so chi, dal territorio di un Paese aggredito e devastato, ferito nei segni della sua specifica identità e della sua millenaria appartenenza europea e occidentale». Tuttavia l'urgenza etica, unita a un periodare eccessivo e faticoso e a un linguaggio a tratti incongruamente desueto, fanno sì che il volumetto risulti tra i meno riusciti dell'intera produzione in versi dell'autore.
  • «Basta la luce: in croato, Dostaje svjetlost. Con questo titolo ha visto la luce una raccolta di mie poesie (…) tradotte in croato per l’amorosa cura e iniziativa di un gruppo di eminenti italianisti e poeti amici, edita a mia insaputa e per mia grata sorpresa dalle Edizioni Durieux di Zagabria e dalla Matica Hrvatska (Matrix croatica) di Dubrovnik, il giorno del mio compleanno, 1° dicembre 1993». Le 51 poesie sono seguite da una postfazione del poeta, saggista e traduttore Tonko Maroević.
  • Le 29 poesie della piena maturità, due delle quali in francese, sono spesso costruite con un lungo e sempre vigile e musicale periodare che si coniuga con la maggiore accessibilità a favore del lettore non specialista. Ogni animale, a modo suo, è figura e cifra del vivere e del sentire del poeta. E il fruitore, non di rado, vi riconosce le sue stesse esperienze emozionali, descritte e chiarite proprio dalla lingua più lirica. Le venti incisioni del pittore e scultore ticinese Nag Arnoldi corredano e arricchiscono il bel volume, confermando l'amore di Mascioni per l'arte figurativa. Del libro esiste una traduzione in croato: Ljubavni zoo, Durieux, Zagreb 1996, a cura di Morana Čale Knežević, con i disegni di Zlatan Vrkljan.
  • Il canzoniere si compone di 76 poesie suddivise nelle raccolte: “La vanità di scrivere” (1986-90), sul senso o piuttosto sulla vanità dello scrivere poesia; “La vita in barca” (1985-89), di un vagabondare nel Mediterraneo che «regolarmente ci riconduce al punto da cui si era partiti»; “La cincia e il gatto (journal 1983-1991)”, sulla provvisorietà del dettato diaristico riguardo a momenti o ricordi raccolti, così come capitava, nella quotidianità; “Ut pictura poësis” (1969-89) «comprende le occasionali disfide a rifare in parole ciò che avevano già fatto a modo loro gli artisti»; “La voce delle streghe” (1986-91), «tributo di una autentica e perplessa nostalgia pagato alla mia terra alpina di streghe e disgrazie». Le scelte linguistico-stilistiche sempre elevate sono frutto di una straordinaria consapevolezza espressiva: da padrone delle parole Mascioni penetra nella profonda realtà delle cose, delle esperienze e dei sentimenti e ci restituisce i suoi momenti di doloroso sconforto o di gaio, per quanto effimero, piacere. La raccolta ha ottenuto il Premio Internazionale Biella Cultura e il Premio Pisa.
  • È il romanzo di Eracle, figlio di Alcmena e Zeus, l'eroe famoso per la forza con cui ha affrontato fatiche di leggendaria difficoltà. Ci appare indomabile e invincibile ma nello stesso tempo pensoso, angustiato dalle eterne domande sul senso vero delle sue imprese, su quanto gli eventi della sua vita siano dovuti all'intervento degli dèi, quanto alle sue volontà e capacità o quanto invece al destino che sta sopra tutto e tutti. In un rapido alternarsi di immagini e vicende divine, Mascioni costruisce un viaggio alla ricerca delle radici del pensiero europeo nell'antica Grecia, lasciando parlare gli innumerevoli miti ideati e raccontati dagli uomini per dare un ordine sensato e duraturo al Caos primigenio.
  • Mascioni dichiara subito il suo intento: opporre l'uomo nell'interezza della sua esperienza esistenziale alla figura troppo libresca di manuali e monografie. Basandosi, certo, sulle fonti che stanno nei libri, ma cercando di empatizzare con la persona in carne e ossa che fu Socrate. Occorre perciò un procedimento non tradizionale, controcorrente: ecco la via conoscitiva della “pelle”, «la ragione irragionevole che (...) si impone per prima». Un po' come l'esprit de finesse di Pascal sul primato del capire e del sentire per immediatezza. Ne risulta che siamo di fronte a «un libro intenso, un modo originale di leggere le fonti, [al] segreto sensibile di un fascino immortale» (dalle note di copertina).
  • Un doppio “viaggio-pellegrinaggio”: nei luoghi che videro il culto del dio e tra i molti libri, antichi e recenti, che lo descrivono e lo spiegano. O meglio: tentano di spiegarlo, perché su Apollo, dio del sole e della luce e incarnazione della misura e dei canoni di bellezza, le ipotesi si confrontano, si sovrappongono, si scontrano. Né oggi – in un'epoca (è detto talvolta con parole molto aspre) che non vuole trovare la strada per uscire dal decadimento morale e culturale – si sfugge al paradosso, ai tanti contrasti che le ambiguità e le interpretazioni del «più omerico degli dèi» lasciano nel lettore moderno, avido di chiarezza, spesso a buon mercato, ma sempre alle prese col mistero. Il libro, finalista al Premio Strega 1990, ottiene un largo successo e viene ripubblicato a più riprese.
  • Una scelta antologica di 56 poesie, di cui tre ancora inedite, a cura del poeta e studioso francese Jean-Charles Vegliante, tra i massimi esperti nella traduzione poetica dall'italiano al francese (Dante, Leopardi, Pascoli, Ungaretti, Montale, Sereni fra gli altri). Il libro è introdotto da una breve e densa prefazione dello stesso Vegliante. Si tratta della prima antologia in assoluto dedicata alla produzione in versi di Mascioni, apparsa nella collana “Domaine Italien” dell'editore romando.
  • Curiosa incursione di Mascioni nel territorio della nascente ‘soap-opera’, il romanzo è in realtà un trascurabile adattamento in lingua francese della sceneggiatura originale dell'Autore, a opera di Marie-Thérèse Martin. Descritta in quarta di copertina come una ‘Dallas europea’, la storia, ambientata tra il Varesotto e il Canton Ticino, intreccia i destini della ricca famiglia De Lorenzi, industriali del legno, con quelli dei rivali Dubois. La soap, per complessivi 52 episodi, andò in onda contemporaneamente in Francia, Svizzera e Italia.
  • Avvicinandosi ai cinquant'anni, Mascioni raccoglie la maggior parte delle poesie pubblicate nel trentennio di assiduo ma non esclusivo esercizio, rivedendone alcune per l'occasione. Sorprende l'ampiezza del volume ma, come scrive Mario Luzi nella presentazione, «quantità e qualità sono più che mai intrecciate, s'illuminano reciprocamente e concorrono alla pari a illuminare la natura di questo operato». L'autore, ricordando Petrarca, suddivide il libro in due parti, Canzoniere pubblico e Canzoniere privato. A corredo vanno segnalati il ricco apparato di note esplicative e brevi testi critici di alcuni scrittori e studiosi di prima grandezza: oltre al citato Luzi, Allen Mandelbaum, Tonko Maroević, Jean-Charles Vegliante e Alice Vollenweider. Il folto volume è stato insignito nel 1985 dei premi Etna-Taormina e Bartolo Cattafi.

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