Teatro

  • Anno 1179. Prossima alla morte, a lungo pressata da un severo confessore poi ricredutosi, suor Ildegarda apre la sua anima ripercorrendo i momenti e le figure salienti della vita. E dichiara che anche per lei è mistero il dono profetico delle visioni e d'un sapere trascendente, dei quali è stata semplice medium. La narrazione è di grande musicalità, aiutata dalle rime e sorretta da versi che coinvolgono lo spettatore e il lettore, parimenti sollecitati ad accogliere la poesia e a parteciparne. All'introduzione di Vincenzo Cappelletti seguono in appendice pagine interessanti sulla vita di Ildegarda di Bingen e sull'allestimento dello spettacolo, a cura della regista Silvana Strocchi.
  • L'opuscolo, la cui prima stesura risale al 1962, è ispirato alle vicende che caratterizzarono la lavorazione del film 'Cleopatra', e segnatamente alla storia d'amore tra i protagonisti Liz Taylor e Richard Burton, intrecciata a quella dei personaggi impersonati dai due attori, Cleopatra e Marco Antonio. Cleopatra è «un'indefinibile idea di donna, indefinibile, ma non per questo irreale; è il desiderio di ogni uomo, che finisce per coincidere con l'irrefrenabile e ineliminabile bisogno di vita. Ecco dunque che Cleopatra si pone come uno dei tanti volti di quello che è il motivo ispiratore centrale della poliedrica produzione letteraria di Mascioni» (Massimo Castoldi). Alla nota di Vasco Pratolini si accompagnano, nella seconda edizione, le postfazioni di Tonko Maroević e Massimo Castoldi. Del libro è apparsa una traduzione in lingua croata, a cura di Iva Grgić: Kleopatra, jedne noći, Hefti, Milano 1996.

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