Nel ricchissimo saggio sul pensiero, la filosofia, la letteratura e l'arte greca scritto nel 1980 e ripubblicato nel 1990, troviamo quasi un vademecum, una guida per tutti coloro che desiderano capire la specificità dell'antica cultura greca, in un continuo rapporto con l'Europa contemporanea. Mascioni ha sempre dichiarato il suo grande amore per la Grecia, terra affine al suo spirito vagabondo, sempre alla ricerca di quella limpidezza di pensiero che è eredità distillata della Grecia classica più antica. Per cogliere l'essenza della grecità è necessario rifarsi agli autori vissuti fino alla metà del IV secolo a.C., perché solo allora i testi lirici o tragici esprimevano in modo diretto e semplice, mediante una dialettica costruttiva, priva delle mistificazioni linguistiche sorte con la retorica posteriore, ciò che davvero ha un valore duraturo. Da qui l'invito più volte ripetuto a leggere i testi antichi in originale facendoli liberamente propri. «Leggendo le parole degli antichi seguiamo dei percorsi di ricerca personali, cerchiamo dei fili che collegano la nostra esperienza presente a quel passato, come se fossimo davanti a uno specchio che ci rimanda la nostra immagine, i nostri dubbi, i nostri problemi». Da qui il titolo del saggio che costituisce una sorta di aiuto a “conoscere se stessi”. Il testo, colto, ricchissimo di spunti storici, filosofici e di esempi letterari, è di fresca e piacevole lettura, sempre sorprendente per l'attualità di pensiero nel suo linguaggio raffinato e variegato. La ricerca continua di dialogo col lettore è presente perfino nelle numerosissime note che non sono aridamente esplicative ma interlocutorie, propositive di discussione e di confronto. Al volume, corredato da una nota di Fruttero e Lucentini e da una conversazione dell'autore con il poeta Odysseus Elytis, sono stati assegnati nel 1981 il Premio Fregene e il Premio Internazionale del Mediterraneo.